“Il Padre mio vuole così,
che chi riconosce il Figlio e crede in lui
avrà la vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
(Gv VI, 40)
Cari padri e fratelli nel Signore Risorto, Continua a leggere
Scritti di santi e articoli sulla spiritualità ortodossa
“Il Padre mio vuole così,
che chi riconosce il Figlio e crede in lui
avrà la vita eterna, e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
(Gv VI, 40)
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Omelia per il Santo e Grande Venerdì del Metropolita Filarete di Mosca
Cosa vorreste, fratelli, da noi ministri della parola, oggi che la Parola stessa morta?
Il Verbo coeterno al Padre e allo Spirito, nato per la nostra salvezza, l’Autore di ogni parola viva ed efficace (Ebrei 4,12), è silenzioso, morto, sepolto e sigillato. Più chiaramente e in modo convincente «per mostrare all’uomo il sentiero della vita» (Sal. 16, 11) questa stessa Parola discese dal cielo e si rivestì di carne; ma gli uomini non vollero dare ascolto alla Parola, strapparono la Sua carne, ed ecco, «Egli è tolto dalla terra dei viventi» (Is 53, 8). Chi dunque ci darà ora la parola di vita e di salvezza? Continua a leggere
Il peccato consiste nell’amore disordinato per le creature
Tu compi il peccato nell’amare le creature con disordine, contro l’uso onesto, contro l’uso lecito, contro la legge e la volontà del loro Creatore. Non è che ami il peccato in se stesso ma, amando malamente quello che ami, vieni intrappolato nel peccato. A te piace l’esca che è nella rete e, senza accorgertene inghiotti il peccato.
di San Pietro Crisologo, vescovo di Ravenna
Tre sono le cose, tre, o fratelli, per cui sta salda la fede, perdura la devozione, resta la virtù: la preghiera, il digiuno, la misericordia. Ciò per cui la preghiera bussa, lo ottiene il digiuno, lo riceve la misericordia. Queste tre cose, preghiera, digiuno, misericordia, sono una cosa sola, e ricevono vita l’una dall’altra. Continua a leggere
Da una trentina d’anni, numerose pubblicazioni [1] hanno rivelato agli Occidentali un metodo di vita spirituale familiare ai cristiani d’Oriente, il cui momento principale è dato dall’invocazione ripetuta incessantemente: «Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore!». Continua a leggere
Incominciano i misteri. Non per nulla si stanca Gesù, non per nulla si stanca la forza di Dio. Ci troviamo di fronte a un Gesù forte e di fronte a un Gesù debole. La forza di Cristo ci ha creati, la sua debolezza ci ha ricreati. Ci ha creati con la sua forza, è venuto a cercarci con la sua debolezza.
“Giorno della Risurrezione, risplendiamo, o popoli; Pasqua del Signore, Pasqua!
Dalla morte alla vita e dalla terra ai Cieli,
ci ha fatti passare il Cristo Dio, cantando l’inno di vittoria
(Irmos, Ode prima del Canone della Risurrezione)
Cari Padri e Fratelli, figli nel Signore Risorto, Continua a leggere
Continuando nella sua critica alla religiosità farisaica, Cristo racconta un’altra parabola, quella del pubblicano e del fariseo, nel capitolo 18 del Vangelo secondo Luca.
«Due uomini salirono al tempio a fare orazione: uno fariseo, e l’altro pubblicano. Il fariseo stava in piedi, e dentro di sé cosi pregava: Dio, io ti ringrazio, poiché non sono come gli altri uomini: rapaci, ingiusti, adulteri; e neanche come questo pubblicano: Digiuno due volte la settimana, e pago la decima di tutto quel che posseggo.
Ma il pubblicano, stando da lungi, non voleva nemmeno alzare gli occhi al cielo; ma si batteva il petto, dicendo: Dio, abbi pietà di me peccatore.
Vi dico, che questi se ne tornò giustificato a casa sua, a differenza dell’altro: poiché chiunque si esalta, sarà umiliato, ma chi si umilia sarà esaltato.» (Luca 18, 10-14) Continua a leggere
(Memoria il 5 Febbraio)
Di nobili origini, Sant’Agata nacque a Catania intorno all’anno 230. Giovanissima, decise di consacrare la propria verginità a Dio, e ricevette dal vescovo di Catania il velo delle vergini.
Il proconsole di Catania, Quinziano, ebbe l’occasione di vederla e se ne invaghì, e in forza dell’editto di persecuzione dell’imperatore Decio, la accusò di vilipendio della religione di Stato e quindi ordinò che fosse catturata e condotta al Palazzo Pretorio. Agata si rifugiò per qualche tempo nei pressi della città, a Galermo. Venne comunque viene catturata e condotta da Quinziano. Il proconsole, quando la vide davanti a sé, venne conquistato ancor più dalla sua bellezza e una passione ardente s’impadronì di lui. Uomo vizioso, egli voleva inoltre impadronirsi dei beni della giovane. Continua a leggere
La sorprendente storia di una Santa sconosciuta dei nostri tempi
Del p. Stephanos K. Anagnostopoulos
Ejnar Nielsen: Ragazza cieca che legge. 1906
In una piccola città della Grecia settentrionale viveva una ragazza cieca di nome Aspasia.
Era orfana, indigente, abbandonata da tutti, e per questo crebbe senza l’opportunità di imparare a leggere.
Quando aveva circa 18-20 anni, un predicatore itinerante della Metropolia locale la notò, la prese con sé e la pose in una scuola per ciechi a Tessalonica, dove le fu insegnato il braille. Quando ebbe imparato a leggere bene, il predicatore le diede una copia del Nuovo Testamento scritta in braille.
La ragazza iniziò così a leggerlo con le dita, e più leggeva, più apprendeva su chi era Cristo e cosa aveva fatto per lei personalmente e per il mondo intero. E più apprendeva, più il suo cuore inquieto diveniva calmo e pacifico. Continua a leggere