“La tua Croce, o Signore,
è vita e risurrezione per il tuo popolo…”.
(Stikhira delle Lodi del Mattutino domenicale, tono pl. 2)
Cari Padri e Fratelli, figli nel Signore risorto,
Siamo giunti ancora una volta alla Pasqua ortodossa, alla gioia indescrivibile della Vita, della Luce e dell’Eternità. La certezza della Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo riempì di gioia immensa il cuore dei Suoi Discepoli e Apostoli. Questa grazia e questa gioia sono custodite nella nostra santa Chiesa e noi vi partecipiamo attraverso i santi Misteri e le virtù.
Ogni Domenica dell’anno ecclesiastico, sentiamo nel Vangelo del Mattutino lo stesso gioioso annuncio della Risurrezione, che le benedette donne Mirofore ricevettero dal santo Angelo. E come loro, ci affrettiamo “con timore e gioia grande” (Mt 38, 8) a trasformare la notizia della risurrezione in esperienza, cioè in un atteggiamento di vita nella pratica dentro di noi e con coloro che ci circondano.
La Risurrezione di Cristo è la conferma che con la morte anche noi passiamo alla Vita eterna. Per questo San Giovanni Crisostomo sottolinea con decisione nel suo Discorso catechetico :
“Nessuno tema la morte, perché la morte del Salvatore ci ha liberati”!
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Cari fratelli,
Non dimentichiamo che il sacrificio rimane inciso nel nostro Signore Risorto, che Egli porta indelebilmente i simboli della Passione divina, perché la Croce e la Risurrezione sono inseparabili. Lodando la Risurrezione, lodiamo anche la Croce Vivifica, poiché attraverso di Lei si è realizzato il passaggio e il transito dalla morte alla Vita.
Il Signore Dio-uomo ha vissuto sulla croce in questo mondo di corruzione, per mostrarci il modo di superare la nostra prigionia dentro di esso. Egli visse in mirabile obbedienza al Padre Celeste, respingendo immediatamente le proposte del diavolo di appagare bisogni intempestivi e superflui e anche di evitare il dolore, il sacrificio e la morte.
Se anche noi scacciamo le tentazioni del peccato e sopportiamo pazientemente le sofferenze delle nostre afflizioni, il dono divino della Santità può riversarsi ed essere accordato anche a noi, fedeli cristiani ortodossi.
A questo ci esorta San Gregorio il Teologo quando scrive: “”Crocifiggiti, muori e seppellisciti assieme a Cristo volontariamente, per risuscitare ed essere glorificato e per regnare con Lui” (Discorso 38, Sulla Teofania…, par. 18).
La disposizione del Grande Digiuno della Chiesa, che precede la Santa Risurrezione, ha questo scopo: aiutarci a respingere il peso delle deviazioni fisiche e spirituali che ci allontanano dalla Croce e dalla Risurrezione. Senza questo, non si ottiene e non si trova la salvezza. Solo attraverso la via crucis della vita sopraggiunge la via d’uscita della Risurrezione e la libertà dell’eternità.
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Cari Padri e Fratelli,
La vera Pasqua sulla terra, come anticipo della Pasqua escatologica nel Regno dei Cieli, non può essere festeggiata senza questa condizione necessaria: il rifiuto di ogni male e di ogni cattiveria; la rinuncia di ogni turpitudine; la purificazione del cuore e il suo adornamento con le virtù divine, per poter godere della visione della Pasqua splendente. Solo i glorificati, i portatori di luce e di Cristo possono accedere al Talamo della gloria divina, nell’agognato Paradiso delle delizie. Ce lo ricordano i nostri ceri pasquali, che accendiamo dal santo Ambone, mentre riceviamo la Luce dalla Luce senza tramonto.
In questo Giorno glorioso e santo, proclamiamo con fermezza che l’ordine dell’eterno Paschalion Ortodosso della nostra Chiesa è e rimarrà immutato e inviolabile. Qualsiasi tentativo di una sua presunta “correzione” astronomica, che gli ecumenisti caduti in disgrazia hanno cercato e cercano di stabilire per celebrare assieme agli eterodossi, è condannato dalla nostra Fede e Tradizione Ortodosse.
Che noi – come autentici figli della nostra santa Ortodossia – possiamo meritare la Pasqua eterna dell’incorruzione nel Regno della Divinità Trisolare. Amen!
Cristo è Risorto! In verità è Risorto!
+ Arcivescovo Callinico di Atene
con i Vescovi del Santo Sinodo