Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino

Omelia per la Domenica dopo le Luci di Sant’Ignazio Brjančaninov

Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino. (Matteo 4, 17)

 

Con queste profonde e sante parole il Verbo incarnato diede inizio alla sua predicazione all’umanità decaduta. Esteriormente, un insegnamento così semplice! Ma bisogna capirlo con la propria vita: allora queste parole brevi e semplici che sono contenute in tutto il Vangelo saranno rivelate. Così, il santo apostolo Paolo, predicando il Vangelo, cosa che fece in quasi tutto il mondo conosciuto, disse di aver testimoniato “sia ai Giudei che ai Greci, la conversione a Dio e la fede nel Signore nostro Gesù Cristo” (Atti 20, 21).
Fratelli! Per credere nel nostro Signore Gesù Cristo è necessaria la conversione; per rimanere in questa fede salvifica è necessaria la conversione; per riuscirci è necessaria la conversione; per ereditare il Regno dei Cieli è necessaria la conversione.
Tutto questo è chiaramente esposto nella Sacra Scrittura. La Sacra Scrittura ci insegna che «Dio ha mandato suo Figlio nel mondo… affinché il mondo per mezzo di Lui sia salvato», che «chi crede in Lui non è condannato; ma chi non crede è già condannato». «Quella luce (Cristo) è venuta nel mondo e gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Poiché chiunque fa il male odia la luce e non viene alla luce, affinché le sue azioni non siano riprovate.» (Gv 3,17-20) A coloro che sono afflitti dalla passione della vanagloria la Scrittura testimonia: «Come potete credere voi che ricevete onore gli uni dagli altri e non cercate l’onore che viene da Dio solo?» (Gv 5, 44) ). Coloro che erano vincolati dalla passione dell’avidità non solo non credevano al Signore, ma Lo deridevano anche quando predicava loro l’importante e santissimo insegnamento riguardante il ricordo dell’eternità e l’organizzazione delle cose terrene secondo l’immortalità stabilita perl’uomo. (Luca 16, 14) Coloro che erano attratti dalla malvagia passione dell’invidia non solo non credevano nel Signore, ma cospiravano anche per ucciderlo, e ci riuscirono. Tutti coloro che sono contagiati da vizi vani e peccaminosi, secondo l’infallibile testimonianza del Vangelo, sono esclusi dalla partecipazione alle nozze spirituali del Figlio di Dio, rendendosi indegni dell’unione beata con Lui (Mt 22, 5). «Non puoi servire Dio e Mammona!” (Luca 16, 14); non si possono servire due padroni, Dio e il peccato! “Convertitevi: perché il Regno dei Cieli è vicino! Pentitevi e credete al Vangelo (Marco 1, 15). (altro…)

Il Verbo si fece carne

Omelia di San Giovanni di Kronstadt sulla Natività di Cristo

Il Verbo si fece carne: ovvero, il Figlio di Dio, coeterno a Dio Padre e al Santo Spirito, si fece uomo, incarnandosi dallo Spirito Santo e della Vergine Maria. O mistero mirabile, tremendo e salvifico! Colui che era senza inizio assunse un inizio secondo l’umanità; colui che è senza carne si è incarnato. Dio si è fatto uomo, senza smettere di essere Dio. L’Inaccessibile divenne accessibile a tutti, sotto l’aspetto di un umile servo. Perché e per quale ragione c’è stata una tale condiscendenza da parte del Creatore verso le Sue creature colpevoli, verso l’umanità che, con un atto di propria volontà, si era allontanata da Dio, suo Creatore? (altro…)

MESSAGGIO PER LA NATIVITÀ 2023

N° di Prot. 3299

“ Dio si è fatto partecipe della natura umana,
affinché l’umanità sia innalzata all’altezza di Dio”
(San Gregorio di Nissa)

Cari Padri e Fratelli nel Signore nato,
Αccogliendo con timore e in preghiera piena di devozione il nostro Signore e Dio come Dio-uomo sulla nostra terra, nei nostri cuori e nella nostra Chiesa, gridiamo con gioia spirituale: “Il Signore è Dio e si è manifestato a noi; benedetto Colui che viene nel Nome del Signore”! (altro…)

Avvicinandoci alla Natività di Cristo

Omelia di San Giovanni di Kronstadt

San Giovanni di Kronstadt

Ci avviciniamo, diletti fratelli, alla festa salvifica della nascita nella carne del Signore Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo. Per alcuni giorni prima della festa, la santa Chiesa celebrerà questo meraviglioso mistero negli inni spirituali dei suoi Offici quotidiani. Questi inni ci ricordano del nostro diritto di nascita divino e lo sperpero della nostra filiazione a causa del peccato, così come anche ci ricordano della sua restaurazione attraverso il pentimento, della nostra comune parentela spirituale e dello spirito di amore e di cura gli uni per gli altri.
Per celebrare questa festa dell’infinito amore di Dio e della sua estrema condiscendenza, non in modo mondano, ma spirituale, consideriamo brevemente quanto segue: Perché Dio si è fatto uomo pur rimanendo Dio? E cosa richiede da noi l’incarnazione di Dio?
Poste queste due domande, risponderò alla prima con le parole dell’Arcangelo a Giuseppe, il promesso sposo della Santa Vergine: Dio si è fatto uomo per salvare il suo popolo dal peccato. (Mt 1, 21). Per questo viene chiamato Gesù, che significa Salvatore. E così è stato per la nostra salvezza che il Signore è venuto sulla terra e si è fatto uomo, per rigenerare in noi l’immagine di Dio caduta. Il Figlio di Dio si è fatto Figlio dell’Uomo per rendere figli di Dio noi che eravamo figli dell’ira e della dannazione eterna. Nelle parole del Santo Apostolo Giovanni il Teologo: “ ci ha fatti chiamare figli di Dio” (1 Gv 3,1); Ora Dio si è fatto uomo per fare di Adamo un dio. (Stichira per gli enkomia dell’Annunciazione). (altro…)

Il buon samaritano

Commento alla pericope evangelica dell’ottava Domenica di Luca. (Luca 10, 25-37)
Dal Commento al Vangelo secondo Luca del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

25-28. Ed ecco, un dottore della Legge, volendo metterlo alla prova, si alzò e disse a Gesù: «Maestro, cosa devo fare per ereditare la vita eterna?» Gesù allora gli disse: «Che c’è scritto nella Legge? Come leggi?» Egli rispose e disse: «Ama il Signore, Dio tuo, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il prossimo tuo come te stesso». Gesù gli disse: «Hai risposto esatto; fa’ questo e vivrai».

(altro…)

La figlia di Giairo e l’emorroissa

Commento alla pericope evangelica della settima Domenica di Luca. (Luca 8, 41-56)
Dal Commento al Vangelo secondo Luca del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

40-44. E avvenne che, quando Gesù fu restituito, la folla lo accolse con gioia, perché tutti lo aspettavano. Ed ecco che In quel tempo venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga. Gettatosi ai piedi di Gesù, lo supplicava di entrare nella sua casa, perché la sua unigenita figlia, di dodici anni circa, stava morendo. Mentre andava, la folla lo soffocava. Una donna che da dodici anni aveva flusso di sangue e che aveva speso tutto il patrimonio coi medici – non poté essere guarita – gli si avvicinò alle spalle, toccò l’orlo del suo mantello e subito stagnò il flusso di sangue. (altro…)

Il ricco e Lazzaro

Commento alla pericope evangelica della quinta Domenica di Luca. (Luca 8, 27-39)
Dal Commento al Vangelo secondo Luca del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

19-22. C’era un uomo ricco, che vestiva di porpora e bisso e ogni giorno faceva splendide feste. Un povero, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, e desiderava sfamarsi con quanto cadeva dalla tavola del ricco: ma solo i cani venivano a leccargli le ferite. Avvenne poi che il povero morì e fu portato dagli angeli nel grembo di Abramo. Morì anche il ricco, e fu sepolto.
Queste parole seguono da vicino quanto detto prima. Perché il Signore per primo insegnò, sopra [Lc. 16,1-13], riguardo al modo in cui dobbiamo essere buoni amministratori delle ricchezze, ora aggiunge opportunamente questa parabola che insegna la stessa cosa attraverso l’esempio del ricco. Questa è una parabola e non, come alcuni hanno scioccamente immaginato, qualcosa di realmente accaduto. (altro…)

Promemoria per il cristiano ortodosso

di San Filarete di New York 

1. Ricorda; sei un figlio (o una figlia) della Chiesa ortodossa. Queste non sono parole vuote. Ricorda a cosa ti obbligano. (altro…)

L’indemoniato gadareno

Commento alla pericope evangelica della sesta Domenica di Luca. (Luca 8, 27-39)
Dal Commento al Vangelo secondo Luca del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

26-33. E giunsero nella regione dei Gadareni e dalla città gli venne incontro un uomo che aveva demoni. Da molto tempo non portava vestito, né abitava in casa ma nei sepolcri. Quando vide Gesù, si prostrò davanti a lui urlando e a gran voce disse: «Che c’è tra me e te, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti prego, non tormentarmi!» (altro…)

La parabola del Seminatore

Commento alla pericope evangelica della quarta Domenica di Luca. (Luca 8, 5-15)
Dal Commento al Vangelo secondo Luca del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

4-10. E quando molte persone si radunarono e venivano a lui da ogni città, egli parlò con una parabola: «Uscì il seminatore a seminare i suoi semi. Mentre seminava, uno cadde lungo la strada (altro…)

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