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Aspasia la cieca

La sorprendente storia di una Santa sconosciuta dei nostri tempi

Del p. Stephanos K. Anagnostopoulos

Ejnar Nielsen: Ragazza cieca che legge. 1906

In una piccola città della Grecia settentrionale viveva una ragazza cieca di nome Aspasia.
Era orfana, indigente, abbandonata da tutti, e per questo crebbe senza l’opportunità di imparare a leggere.
Quando aveva circa 18-20 anni, un predicatore itinerante della Metropolia locale la notò, la prese con sé e la pose in una scuola per ciechi a Tessalonica, dove le fu insegnato il braille. Quando ebbe imparato a leggere bene, il predicatore le diede una copia del Nuovo Testamento scritta in braille.
La ragazza iniziò così a leggerlo con le dita, e più leggeva, più apprendeva su chi era Cristo e cosa aveva fatto per lei personalmente e per il mondo intero. E più apprendeva, più il suo cuore inquieto diveniva calmo e pacifico.
Con la lettura del Nuovo Testamento non solo Aspasia alleviò il dolore di tanti anni di sofferenza, ma venne anche riempita
con gioia e pace. Traboccava di felicità. «Ho
trovato la gioia», diceva. «Ora che gli occhi della mia anima si sono aperti, non mi importa se mi manca la visione corporea. Con gli occhi della mia anima, posso vedere il mondo intero.»
Ella vide la Luce di Dio a ogni Divina Liturgia e fu nella gioia

* * *

Accadde, tuttavia, che la giovane donna fu colpita da una terribile malattia della pelle che colpì anche le sue mani, col risultato che le sue dita persero il senso del tatto. Non poteva più leggere le Sacre Scritture o qualsiasi altro libro sacro usando le sue dita.
Il suo dolore e il suo dispiacere erano indescrivibili. Pianse notte e giorno. Aveva perso la possibilità di ricevere forza e gioia dalla Sacra Scrittura. Ciò che le restava, tuttavia, era la preghiera: «Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me». Pregò molto perché il nostro Signore Gesù Cristo potesse darle una soluzione.
E Dio rispose…
Un giorno Aspasia prese Nuovo Testamento con grande pietà e se lo portò alla bocca per baciare quelle parole che ci sono per noi una fonte di sapienza, redenzione e salvezza da parte di Dio.
Fu allora che scoprì qualcosa di straordinario: era capace di leggere il braille con le sue labbra.
La vita di Aspasia ancora una volta si riempì di gioia per la lettura della parola di Dio. E per mezzo di questo straordinario modo di lettura, seguirono glorificazione, ringraziamento e fervida preghiera.
Leggeva e pregava piangendo per tutti coloro che avevano disabilità fisiche e malattie, e specialmente per quanti erano ciechi nell’anima per il peccato.
Per mezzo della preghiera, ella vide il Trono di Dio e Lo implorò e lo supplicò a favore dei poveri, degli orfani, dei disoccupati, dei senzatetto e di tutti gli infermi. Per i buoni e i cattivi, per i semplici e i maliziosi, per i giusti e i colpevoli, ma anche per tutti coloro che ingannavano gli altri, per i governanti e i governati; pregò che tutti fossero illuminati e che tutti potessero vedere la vera Luce, Cristo, il Salvatore del mondo.

* * *

Ad un certo punto, Aspasia si ammalò gravemente. Si confessò un’ultima volta e comunicò agli Immacolati Misteri. Chiese il Nuovo Testamento e disse di tenerlo aperto per lei in modo da poterlo toccare con le labbra.
Aspasia infine allungò le mani e tenne fermo il libro, nonostante la sua debolezza. Per Divina Provvidenza, chi le era vicino aveva aperto il libro al primo capitolo del Vangelo di San Giovanni.
Ripetendo ancora e ancora le parole: «In principio era la Parola, e la Parola era presso Dio, e il Verbo era Dio», Aspasia rese lo spirito e la sua anima volò in cielo, mentre la stanza si riempiva di un profumo di ineffabile dolcezza
Ora è annoverata tra i santi sconosciuti.

Tratto da: Protopresbitero Stephanos K. Anagnostopoulos, Passi sul cammino in Cristo, [in greco] (Pireo: 2011), pagg. 68-69.


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