Il giovane ricco

Il giovane ricco
Commento alla pericope evangelica della dodicesima Domenica di Matteo. (Matteo 19, 16-26)
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

16. In quel tempo un giovane si avvicinò a Gesù e gli disse: «Maestro, che farò di buono per avere la vita eterna?» Egli disse a lui: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono, cioè Dio». L’uomo non è venuto per mettere alla prova Cristo, ma con il desiderio di imparare e con sete di vita eterna. Si è avvicinato a Cristo come se Cristo fosse soltanto un uomo. Per questo il Signore dice: Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono, cioè Dio. Ciò significa: “Se mi chiami buono pensando che io sia uno dei maestri, parli male, perché nessun uomo è essenzialmente buono; sia perché siamo mutevoli e facilmente distolti dal bene, sia perché, in confronto alla bontà di Dio, quella dell’uomo andrebbe considerata malvagità.” (altro…)

Il servo spietato

Commento alla pericope evangelica dell’undicesima Domenica di Matteo. (Matteo 18, 23-35)

Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

23. Il regno dei cieli somiglia a un uomo, un re, che volle fare i conti con i suoi servi. La sostanza della parabola ci insegna a perdonare i nostri compagni di servizio che hanno peccato contro di noi, soprattutto se si prostrano davanti a noi chiedendo perdono. Interpretare la parabola nei suoi particolari dovrebbe essere fatto solo da chi ha la mente di Cristo. Ciononostante, lo tenteremo. Il regno è la Parola di Dio, ma non è un regno di piccola estensione, ma quello dei cieli. Il Verbo è paragonato a un uomo che era un re, cioè a Colui che si è incarnato per noi ed è apparso in sembianze di uomini, e fa i conti con i suoi servi come un buon giudice. Non punisce senza prima giudicare: sarebbe crudele.

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La guarigione del lunatico

Commento alla pericope evangelica della decima Domenica di Matteo. (Matteo 17, 14-23)
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

14-15. E quando furono giunti alla folla, un uomo gli si accostò, inginocchiandosi davanti a lui, e dicendo: «Signore, abbi pietà del mio figliuolo, poiché egli è lunatico, e malamente soffre; poiché spesso cade nel fuoco, e spesso nell’acqua.» (altro…)

Gesù cammina sulle acque

Commento alla pericope evangelica della nona Domenica di Matteo. (Matteo 14, 22-34)
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

22. In quel tempo Gesù ordinò ai suoi discepoli a montare sulla barca, e a passare innanzi a lui all’altra riva, mentre egli avrebbe licenziata la folla. Usando la parola “ordinò”, Matteo suggerisce quanto fossero inseparabili i discepoli da Gesù, perché volevano stare con Lui in ogni momento. Egli manda via le moltitudini, non volendo attirarle dietro a sé, per timore che sembri vantarsi del suo potere. (altro…)

Il miracolo dei cinque pani e dei due pesci

Commento alla pericope evangelica dell’ottava Domenica di Matteo. (Matteo 14, 14-22)
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

13-14. E quando il popolo lo ebbe saputo, lo seguì a piedi fuori dalle città. Gesù vide una gran moltitudine, e fu mosso a compassione verso di loro, e sanò gli infermi tra loro. La moltitudine mostra la propria fede correndo da Gesù proprio mentre egli se ne va, per cui riceve la guarigione come ricompensa della fede. Anche il fatto di seguirlo a piedi e senza alcuna provvista è segno di fede. (altro…)

Guarigione dei due ciechi

Commento alla pericope evangelica della settima Domenica di Matteo. (Matteo 9, 27-35)
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

 

27. E mentre Gesù si allontanava di là, due ciechi lo seguivano e gridando dicevano: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!» I ciechi rivolgevano a Dio le parole “abbi pietà”, ma come a un uomo, “o Figlio di Davide”. Perché era ben noto tra gli ebrei che il Messia sarebbe venuto dal seme di Davide. (altro…)

«I tuoi peccati sono rimessi»

Commento alla pericope evangelica della sesta Domenica di Matteo. (Matteo 9, 1-8)
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

1-2. E salì sulla barca, passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. “La sua città” significa Cafarnao, perché là abitava. Nacque a Betlemme, crebbe a Nazaret e visse a lungo a Cafarnao. Questo paralitico non è lo stesso di quello menzionato in Giovanni [5, 2-9], perché quello era presso la piscina delle pecore a Gerusalemme, mentre questo era a Cafarnao. E quello non aveva nessuno che lo aiutasse, mentre questo era portato da quattro uomini, come dice Marco [Mc. 2, 3-12], che lo fece calare attraverso il tetto, fatto che Matteo omette. (altro…)

«Che c’è tra noi e te?»

Commento alla pericope evangelica della quinta Domenica di Matteo. (Matteo 8, 28-9, 1)
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

28. In quel tempo Gesù venne nel paese dei Ghergheseni e, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro due indemoniati così pericolosi che nessuno poteva più passare per quella via. Mentre gli uomini nella barca si stavano ancora chiedendo che tipo di uomo fosse costui al quale persino i venti e il mare obbedivano, i demoni vennero a proclamare la risposta. Giacché Marco e Luca parlano di un uomo che era posseduto da una legione di demoni (Mc 5, 9, Lc. 8, 27), puoi comprendere che quest’unico uomo era uno dei due menzionati da Matteo, evidentemente, il più famoso di il due. Gesù venne da solo verso di loro, poiché nessuno osava portarli a lui, tanto erano feroci. Dimoravano tra le tombe perché i demoni desiderano ispirare la credenza che le anime di coloro che sono morti diventino esse stesse demoni. Nessuno creda questo: perché quando l’anima si allontana dall’uomo, non va errando per la terra. Poiché le anime dei giusti sono nelle mani di Dio (Sap 3, 1), e anche le anime dei peccatori sono portate via, come fu dell’anima del ricco di Lazzaro. (altro…)

«Signore, non sono degno»

Commento alla pericope evangelica della quarta Domenica di Matteo. (Matteo 8, 5-13)
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

5-6. E quando Gesù entrò in Cafarnao e gli venne incontro un centurione che lo supplicava dicendo. Anche quest’uomo non si avvicinò a Gesù mentre era sul monte, per non interromperne l’insegnamento. Questi è lo stesso uomo menzionato da Luca (Lc. 7 1-10). Anche se Luca dice che il centurione mandò a Gesù altri che erano anziani, questo non contraddice Matteo che dice che il centurione stesso andò da Gesù. È del tutto probabile che prima ne mandò altri, e poi, quando la morte era imminente, venne lui stesso e disse: (altro…)

«Se il tuo occhio è semplice»

Commento alla pericope evangelica della terza Domenica di Matteo (Mt 6, 22-33).
Dal Commento al Vangelo secondo Matteo del Beato Teofilatto, Arcivescovo di Ochrid e Bulgaria

22-23. Lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanta tenebra! Ciò significa che se riempi la tua mente di preoccupazioni per il denaro, hai spento la lampada e oscurato la tua anima. Proprio come l’occhio che è sano, o “semplice”, porta luce al corpo, e l’occhio che è cattivo, o “malato”, porta oscurità, così anche lo stato della mente influenza l’anima. Se la mente è accecata da queste preoccupazioni, viene gettata nell’oscurità; poi l’anima si oscura, e quanto più anche il corpo? (altro…)

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