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San Pacomio il Grande

Memoria il 15 Maggio

San Pacomio, detto il Grande, nacque in Egitto, da genitori pagani, sul finire del III secolo. Inizialmente divenne soldato, ma presto le virtù che aveva ammirato nei Cristiani lo condussero alla fede e divenne così discepolo di un eremita di nome Palamone.

Dopo dieci anni di lotte ascetiche, San Pacomio si addentrò nel deserto e si fermò presso le rovine di quello che era stato il villaggio di Tabennisi. Qui udì una voce che gli ordinava di fondare in quel luogo un monastero. Il Santo ne parlò col suo anziano, ed entrambi giunsero alla conclusione che quelle parole erano un comando di Dio.

Si stabilirono quindi a Tabennisi e costruirono una piccola cella monastica. Il santo anziano Palamone benedisse la fondazione del monastero e ne predisse la futura gloria. Qualche tempo dopo l’anziano morì. Un angelo di Dio apparve quindi a San Pacomio sotto forma di un monaco dal Grande Abito e gli consegnò una Regola di vita monastica. Presto venne anche il fratello maggiore di San Pacomio, Giovanni, e si stabilì lì con lui. Il Santo sopportò molte tentazioni e assalti da parte del Nemico, ma resistette a tutte le tentazioni con la sua preghiera e perseveranza.

Tali furono le sue virtù che Tabennesi si riempì di asceti e quindi di monasteri, di cui egli divenne guida. San Pacomio, oltre ad essere stato il primo a scrivere una regola di vita monastica, è considerato il fondatore della vita cenobitica in Egitto.

Poco prima della sua morte, c’erano già otto monasteri che seguivano la sua regola, con diverse centinaia di monaci; dopo la sua morte, questo numero crebbe enormemente con la diffusione dall’Egitto alla Palestina, fino al deserto della Giudea, alla Siria, al Nord Africa e, infine, all’Europa occidentale. San Pacomio è anche considerato il primo monaco ad aver utilizzato un kombosckini.

Si tramanda, tra le altre cose, che fosse in grado di parlare miracolosamente la lingua greca e quella latina, benché non le avesse mai studiate.

Egli rimase Igumeno per circa quarant’anni. Quando si ammalò, chiamò i monaci, li rafforzò nella fede e nominò il suo successore, per poi addormentarsi nel Signore.


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