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Enciclica sull’ecumenismo

Enciclica sull’Ecumenismo
(estratti)

metropolitan_philaret_voznesenskyPossano la Grazia e la Pace di Dio rimanere e accrescersi nel clero e nei fedeli della nostra Chiesa Ortodossa Russa fuori dalla Russia.

In nome del Concilio dei Vescovi, noi ci rivolgiamo a tutto il nostro pio gregge disseminato nel mondo intero. Noi salutiamo i nostri diletti figli e li benediciamo perché proseguano la lotta per vivere la loro vita cristiana ortodossa in un mondo che s’allontana sempre più dai principi dati da Nostro Signore, dai suoi Apostoli e dai Santi Padri.

Nella nostra sfortunata patria che un tempo si chiamava la Santa Russia, si è stabilito un centro mondiale del male che spera oggi di sradicare ogni traccia dell’antica santità e della religiosità. In tutti questi decenni abbiamo con tristezza seguito le sofferenze dei nostri fratelli, abbiamo spiritualmente abbracciato le loro ferite e abbiamo glorificato, quali santi martiri, quei milioni di fedeli che hanno testimoniato, sotto la guida del patriarca Tikhon e dell’Imperatore Martire Nicola II la loro fedeltà a Dio fino alla morte….

Il Veggente li vide profeticamente stare “davanti al trono e davanti all’Agnello in vesti bianche” (Apoc. 7,9). E’ a loro riguardo che gli fu detto : “Sono quelli che vengono dalla grande persecuzione. Hanno lavato le loro tuniche, purificandole con il sangue dell’Agnello. Per questo stanno di fronte al trono di Dio e gli rendono culto giorno e notte nel suo santuario e Dio che siede sul trono sarà sempre vicino a loro.” (Apoc. 7,14-16).

Noi riuniti in questo Concilio, per studiare i problemi della nostra vita ecclesiale, abbiamo sentito la nostra unità spirituale con loro e con i nostri fratelli che seguono le loro tracce e che sono sempre in una grande tribolazione.

Abitando in terre di libertà, noi possiamo sperimentare solo spiritualmente con loro questa “grande tribolazione”, ma anche noi abbiamo la nostra tribolazione, in rapporto con la loro, e che viene fuori dal fatto che l’incredulità e l’apostasia dalla vera fede anche da parte di un gran numero di coloro che portano il nome di cristiani ortodossi, si diffonde sempre di più nel mondo. In questo mondo che ci circonda, noi percepiamo che le parole del Salvatore “nel mondo voi avrete delle tribolazioni” (Giov. 16,33) s’avverano anche per noi.

Se l’Apostolo Paolo dice che durante questa vita gli era impossibile non aver relazioni “con i fornicatori di questo mondo o con gli avidi e gli accaparratori o con gli idolatri” (I Cor. 5,10) allora cosa dobbiamo dire dei nostri giorni ? Oggi siamo obbligati ad avere rapporti non solo con questi, ma peggio ancora il modo di vivere che ci circonda è fondato sul riconoscimento non solo della permissività, ma addirittura della legalità delle forme più basse e più volgari di peccato.

Noi siamo particolarmente preoccupati del fatto che i nostri figli, la nostra gioventù, crescono in questo ambiente. E’ per loro molto difficile crescere come figli del regno di Dio dato che sono circondati da un modo di vita fondato sulla miscredenza, negatore di tutti i principi della fede cristiana e della famiglia. Noi abbiamo dunque indicato ai nostri pastori di avere un’attenzione particolare nell’istruire il loro gregge sulla vita famigliare. Perché i fanciulli possano crescere come eredi del regno di Dio, gli sforzi educativi dei genitori devono cominciare dal tempo in cui i figli sono ancora nel seno materno. Anche i medici miscredenti riconoscono oggi l’importanza di questo periodo per lo sviluppo futuro del fanciullo. E’ dagli anni più teneri che i genitori devono nutrire i loro figli con buone e sante impressioni, dando loro stessi l’esempio della preghiera e della virtù in maniera che il peccato e l’immoralità siano loro estranei e non li attirino, ma anzi ne provino ripugnanza. Essi devono ricordarsi che i loro figli una volta adulti porteranno loro gioia e conforto solo nella misura in cui la loro famiglia avrà instillato del bene nel loro cuore…

La menzogna ha oggi acquistato una forza particolare perché è penetrata profondamente nella coscienza della gente. Ahimè! Coloro che la disseminano non sono soltanto degli attivisti politici che considerano che tutto sia permesso per ottenere il potere, ma anche dei rappresentanti di diverse religioni. Una chiara manifestazione di ciò è stata la sesta assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese che si è tenuta a Vancouver più o meno nello stesso periodo delle sessioni del nostro Concilio.

Nella sua decisione del 28 Luglio / 10 Agosto (1983) il nostro Concilio ha spiegato che la Chiesa Ortodossa Russa fuori della Russia non partecipa al Consiglio Ecumenico delle Chiese per la ragione che questo cerca di presentare i suoi membri, cioè i rappresentanti delle religioni le cui opinioni divergono, come se avessero una certa unità nella fede. In realtà questa affermazione è una menzogna nella misura in cui questi membri, di religioni e sette differenti tra loro, non hanno abbandonato i loro reciproci punti di divergenza, meno ancora quelli con la Chiesa ortodossa circa i dogmi e le tesi fondamentali. Nel nome di formule unificatrici, queste opinioni diverse non sono state distrutte, solo messe in un canto. Al posto delle verità incrollabili della Fede essi pongono delle “opinioni” non obbligatorie per nessuno. In risposta alla confessione dell’unica fede Ortodossa , essi dicono con Pilato : “Che cos’è la verità?” I membri del Movimento Ecumenico che si dicono Ortodossi meritano sempre di più il rimprovero dell’Angelo alla chiesa di Laodicea : “Io conosco le tue opere : tu non sei né freddo, né bollente. Se soltanto tu fossi freddo o bollente!” (Apoc. 3,15).

Una chiara manifestazione di una simile falsa unione fu la celebrazione di ciò che fu chiamato la “Liturgia di Lima” e cioè un sedicente servizio eucaristico celebrato dall’Arcivescovo di Canterbury e da diversi pastori protestanti. Questa “liturgia”, anch’essa elaborata durante un incontro a Lima, è stata studiata per far ritornare i suoi partecipanti alle origini dell’antica Liturgia Ortodossa, ma mancava l’essenziale : la fede incondizionata al cambiamento del pane e del vino in Corpo e Sangue del Nostro Signore Gesù Cristo, e l’obbligo che essa sia fatta da un celebrante avente la successione apostolica.

Così noi vediamo con tristezza che il processo di sviluppo nella prassi dell’eresia dell’ecumenismo in mezzo ai cristiani ortodossi, di cui abbiamo già avvertito i nostri fratelli nelle nostre “lettere di Dolore”, non solo non si è fermato, ma si è sviluppato. Lo sviluppo di una interpretazione interconfessionale del Battesimo, dell’eucaristia e del sacerdozio negli anni più recenti si è manifestato in servizi detti “ecumenici” e fu chiaramente espresso nell’accordo di Lima e ora anche a Vancouver. Il nostro Concilio ha condannato in modo assoluto questa manifestazione e ha ordinato che un ANATEMA dell’eresia dell’ecumenismo sia aggiunta al Synodicon dell’Ortodossia.

In più ogni tipo di partecipazione di ortodossi a preghiere con gli eterodossi, ed in particolare la partecipazione alla preghiera comune della sedicente liturgia ecumenica di Lima, è strettamente interdetta ai sensi dei canoni 45 e 46 dei Santi Apostoli e li assoggetta così ad essere scomunicati dalla Chiesa. I canoni 32 e 33 del concilio di Laodicea interdicono in particolare, il ricevere il pane ed il vino benedetti da non ortodossi così come il pregare insieme con loro. Il celebre commentatore russo dei canoni, il vescovo Giovanni di Smolensk, scrive nel suo commento al 46esimo canone apostolico : “Sempre i canoni apostolici segnalano una ragione fondamentale per rifiutare i riti religiosi eretici: il fatto che in un’eresia non si può avere un vero sacerdozio, ma solo uno “pseudo-sacerdozio”. E’ così perché da un lato la successione apostolica cessa con la separazione degli eterodossi dalla Chiesa, dall’altro perché conseguentemente la trasmissione dei doni della Grazia dello Spirito Santo nel Mistero dell’Ordine viene ugualmente a cessare; così i ministri di un’eresia, non avendo la grazia in se stessi, non la possono trasmettere ad altri e dato che non hanno ricevuto il potere, conformemente alla regola, di celebrare i Misteri, non possono rendere veri e salvifici i riti che essi compiono.

In tutte le attività dell’assemblea di Vancouver, una parte attiva si ebbe da una importantissima delegazione del Patriarcato di Mosca che utilizza intensamente il Consiglio Ecumenico delle Chiese per la propaganda sovietica. Questa mira a diffondere delle menzogne sulla cosiddetta libertà della chiesa in URSS e, sotto il pretesto di difendere la pace, a impedire l’armamento dei paesi che potrebbero opporsi all’estensione del comunismo all’Occidente. I delegati della chiesa di Mosca parlano abbondantemente a difesa dei movimenti paracomunisti, ma non permettono mai a nessuno di accusare i sovietici di perseguitare in ogni modo la religione.

E’ evidente che ciò nasce dal fatto che essi non vogliono ascoltare nessun altra voce proveniente dalla Russia, se non quella del Patriarcato di Mosca che, a sua volta, non dice altro che ciò che ad esso impongono i nemici di ogni religione attraverso gli organi del KGB.

Davanti ad una simile indifferenza circa la verità e lo sviluppo del modernismo, un numero considerevole di pastori e di fedeli ortodossi si sono rivolti alla nostra gerarchia al fine di poter preservare l’Ortodossia autentica, in conformità con il Calendario Ortodosso stabilito dal Primo Concilio Ecumenico.

Così la nostra Chiesa si è arricchita di nuovi fedeli e continua ad arricchirsi non solo di greci devoti alla Fede, ma anche di parrocchie che avevano lasciato la Chiesa Russa negli ultimi decenni per unirsi all’illegale autocefalia americana e ritornano ora nel suo seno.

Per molti di essi questa decisione non è stata facile a prendersi ed è stata accompagnata a grandi sacrifici. Noi ci rallegriamo del loro amore per la Verità e quanto ci augureremmo che tutti i figli della nostra Chiesa avessero una vita religiosa con lo stesso zelo di questi nuovi figli che son venuti da poco ad unirsi alla Verità. Ciononostante il fatto che questi fedeli di nazionalità e di culture diverse di origine possano porre questo o quel problema pastorale, è da noi considerato con serenità ricordandoci che davanti al volto di Dio non c’è né greco né Giudeo, né Russo né Americano né alcuna distinzione di origine. Noi li accettiamo tutti come figli prediletti che hanno un fine comune : preservare intatta la Fede dei Padri e salvare le loro anime quali che siano le condizioni ambientali.

Noi viviamo tutti nello stesso mondo e ci sono per noi tutti gli stessi pericoli e le stesse tentazioni di apostasia che si sono radicati nel mondo intero e cioè l’allontanamento da Dio e dalla Chiesa, pericoli e tentazioni di cui l’Apostolo Paolo avverte i fedeli nella seconda Epistola ai Tessalonicesi.

Numerosi sono quelli che vedono oggi i segni della prossimità della fine del mondo. Alcuni saggi la prevedono già come una possibilità verosimile in un mondo logorato e per così dire “senescente” e cercano di indovinare quando ciò potrebbe accadere. Altri studiano le Profezie delle Sacre Scritture e applicandole agli eventi della vita quotidiana, prevedono l’apparizione imminente di una crisi mondiale e gli ultimi giorni. Tuttavia i tempi e i momenti non sono ancora manifesti. Il Signore ci ha soltanto avvertiti di alcune manifestazioni nel mondo che precederanno la sua fine dicendoci : “State attenti a che nessuno vi seduca : perché molti verranno a mio nome dicendo : sono io il Cristo. E sedurranno molta gente.” (Mat.24,4).

Non senza ragione il Signore, seguendo le vie della sua Provvidenza, queste vie non ci rivela chiaramente. A noi basta sapere che siamo entrati in un periodo della storia in cui l’apparizione dell’Anticristo è molto probabile. E ciò significa che noi dobbiamo a ciò essere spiritualmente preparati. E che cosa significa fare questa preparazione ? Significa che dobbiamo rafforzare le forze spirituali di ciascuno di noi nella misura necessaria per sviluppare la capacità di resistere all’Anticristo. Numerose di queste tentazioni – l’indebolimento della Fede, la divinizzazione dell’umanità, il tradimento della fede nella vera Chiesa a vantaggio di una unità religiosa umanistica in una pseudo-chiesa – sono davanti a noi e inducono anche dei cristiani ortodossi a seguire le vie dell’Anticristo.

Che cosa possiamo allora fare oltre all’osservare i segni dei tempi ? Sviluppare in noi stessi, nelle nostre greggi, in tutte le famiglie ortodosse, una fede ferma nel fatto che il Signore ci ha dato l’immensa grazia di appartenere alla Chiesa Una e Vera che, come all’inizio della sua esistenza, non è definita dall’adunarsi in essa la maggioranza dei credenti, ma che, nonostante sia costituita da una minoranza, è costituita soltanto da persone che sono fedeli e devote a questa Vera Chiesa. Questo non è un compito facile ed esige una fede salda, forza spirituale e devozione alla verità in mezzo ad un mondo che ci attornia estraneo al Cristo.

In un rapporto molto ispirato e ardente di Fede del nostro Concilio sulla necessità di una rinascita spirituale,il Reverendissimo Arcivescovo Vitaly [succeduto al metropolita Filarete quale Primate della chiesa Ortodossa Russa all’estero ] scrive : “Tutto il nostro gregge comunica già alla Grazia dello Spirito santo attraverso tutti i Misteri; noi dobbiamo soltanto attizzare questo fuoco affinché diventi fiamma, con tutti i mezzi disponibili per il lavoro pastorale e fare tutto il nostro possibile per essere, secondo le parole dell’Apostolo Paolo, tutto a tutti, perché alcuni possano essere salvati . Come misura concreta, dobbiamo persuadere i fedeli ad abbandonare la vecchia pratica di comunicare ai Santi Misteri una volta all’anno, se c’è ancora qualcuno che segue questo costume poco lodevole. Noi dobbiamo convincere anche i nostri pastori a pregare prima di celebrare il mistero della santa confessione, affinché il Signore conceda loro il dono dell’amore, della saggezza, della compassione e della pietà. Dobbiamo dimostrare anche ai membri del nostro gregge la necessità di pregare prima di andare a confessarsi, perché il Signore conceda loro il dono del sentimento della contrizione per i loro peccati e il dono delle lacrime che lavano le nostre anime nelle acque di un secondo battesimo, e questo è il senso proprio della confessione che non è semplicemente una enumerazione estemporanea dei nostri peccati. ”

Oltre a ciò, noi domandiamo a tutti i nostri diletti figli spirituali di trattenersi dal farsi attrarre dal peccato di giudicarsi a vicenda e particolarmente di giudicare i loro pastori. Quest’ultima azione è spesso scatenata dai numerosi nemici della nostra Chiesa che scelsero, tempo fa, il Sinodo dei Vescovi, eletto dal Concilio dei Vescovi all’unanimità, come oggetto dei loro attacchi velenosi. Per fare ciò non disdegnano nessuna menzogna o calunnia, sperando così di minare l’autorità e l’importanza del nostro Centro che essi odiano. Non credete alle maldicenze, ricordatevi che esse sono spesso propagate, a volte anche con l’apparenza di difendere la verità, dai nemici della Chiesa Ortodossa, dietro i quali spesso ci sono degli agenti sovietici e degli adepti occulti del patriarcato di Mosca.

Per incoraggiarci e ricordarci il Suo amore e la Sua benevolenza per noi , il Signore ci ha mandato recentemente una manifestazione miracolosa : dall’Icona della Madre di Dio degli Iberi è sgorgato olio profumato. Noi abbiamo pregato davanti ad essa durante il concilio mentre osservavamo la manifestazione miracolosa di un fiotto abbondante di “myron” profumato. Così la Tutta-Pura ci mostra nuovamente la sua sollecitudine per noi che non abbiamo cessato di osservare durante tutti questi anni nella nostra meravigliosa Odigitria la Sua icona meravigliosa di Kursk- Krennaya.

Mentre riconosciamo che il mondo si trova davanti ad un pericolo storico senza precedenti di prove e disgrazie incredibili, noi prendiamo forza e incoraggiamento da questa meravigliosa manifestazione e con essa ci prepariamo, per mezzo degli umili lavori della pietà, alle gioie o alle prove che a Dio piacerà inviarci.

Prima di tutto stiamo attenti a non lasciarci trascinare dal male che cresce nel mondo intero intorno a noi. Una scelta ci si propone aspramente e continuamente davanti : a chi vogliamo appartenere, al cristo o al maligno ? Vogliamo essere Cristiani o Anticristiani ?

Noi domandiamo a voi, nostri figli spirituali, di dare in voi stessi, senza tentennamenti e senza paura di alcunché, una risposta ortodossa a questo problema e di scegliere il cammino luminoso della via della virtù ; e, dopo averlo scelto, di seguirlo con coraggio affinché possiamo tutti attendere liberamente il Regno di Dio.

Possano la Grazia di Dio, le preghiere e gli esempi dei potenti nuovi martiri russi venirci in aiuto in tutto ciò.

+ Metropolita FILARETE (Presidente del Concilio dei Vescovi)

SERAPHIM, Arcivescovo di Chicago-Detroit
ATANASIO , Arcivescovo di Buenos Aires
VITALY, Arcivescovo di Montreal e del Canadà
ANTONY, Arcivescovo di Los Angeles
ANTONY, Arcivescovo di Ginevra e dell’Europa occidentale
ANTONY, Arcivescovo di San Francisco
SERAPHIM , Arcivescovo di Caracas e del Venezuela
PAOLO, Arcivescovo di Sydney e dell’Australia
LAURUS, Arcivescovo di Syracuse
COSTANTINO, Vescovo di Richmond in Inghliterra
GREGORIO, Vescovo di Washinghton e della Florida
MARCO, Vescovo di Berlino e della Germania
ALIPY, vescovo di Cleveland.


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