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Ventiseiesima Domenica dopo Pentecoste

Domenica 6 / 18 Dicembre 2021

Ventiseiesima Domenica dopo Pentecoste (Decima di Luca)
Tono primo
San Nicola di Myra il Taumaturgo

Evangelo mattutino quarto (Luca 24, 1-12)

Prochimeno:
Venga la tua misericordia, Signore, su di noi, così come in te abbiamo sperato.
Esultate, giusti, nel Signore; ai retti si addice la lode. (Ps 32, 22. 1)

Dalla Lettera di San Paolo agli Efesini (Ef 5, 8-19) – per la Domenica

Fratelli, camminate come figli della luce – il frutto della luce è ogni sorta di bontà giustizia e verità – provando cosa è gradito al Signore. Non abbiate comunione con le opere infruttuose della tenebra ma anzi condannatele, perché di quel che essi fanno in segreto è vergogno persino parlare mentre tutte le cose condannate sono rese manifeste dalla luce: infatti tutto quel che si manifesta è luce. Perciò dice: Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti e a te risplenderà Cristo. Guardate con attenzione come camminate, non come stolti ma come sapienti, comprando il tempo: poiché i giorni sono malvagi. Non siate dissennati, ma comprendete qual è la volontà del Signore. Non ubriacatevi del vino in cui c’è dissolutezza, ma riempitevi di Spirito, parlando a voi stessi con salmi, inni e canti spirituali, cantando e inneggiando al Signore nel vostro cuore.

Lettura dell’epistola di Paolo agli Ebrei (13, 7-16) – per il Santo
Fratelli, ricordatevi delle vostre guide che vi hanno annunciato la parola di Dio e, considerando l’esito della loro vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e nei secoli. Non lasciatevi trascinare qua e là da dottrine varie e strane. E’ bene infatti che il cuore sia rafforzato dalla grazia e non dai cibi, che non giovarono a quelli che erano in cammino. Noi abbiamo un altare da cui non possono mangiare quelli che prestano culto nella tenda. Il sangue di quegli animali, per il peccato, viene introdotto dal sommo pontefice nel santuario; le carcasse vengono bruciate fuori dell’accampamento. Perciò anche Gesù, per santificare il popolo mediante il proprio sangue, ha patito fuori della porta. Usciamo dunque verso di lui fuori dell’accampamento, portando il suo obbrobrio. Infatti non abbiamo qui una città permanente, ma andiamo in cerca di quella futura. Per mezzo di lui dunque offriamo continuamente a Dio una vittima di lode, cioè il frutto di labbra che proclamano il suo nome. Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione: di tali sacrifici Dio si compiace.

Alleluia
Il Dio che mi dà le vendette e sotto di me ha sottomesso i popoli,
è lui che fa grandi le salvezze del suo re e fa misericordia al suo Cristo. (Ps 17, 48. 51)

Evangelo
secondo Luca (13, 10-17)
In quel tempo Gesù stava insegnando in una sinagoga, ed era sabato. Ed ecco una donna che da diciotto anni aveva uno spirito d’infermità. Era curva e non poteva raddrizzarsi del tutto. Quando Gesù la vide, la chiamò e le disse: “Donna, sei slegata dalla tua infermità”. Impose le mani su di lei e subito si raddrizzò e glorificava Dio. Intervenne allora il capo della sinagoga, adirato perché Gesù aveva curato di sabato, e disse alla folla: “Sono sei i giorni in cui si deve lavorare: venite dunque a farvi curare in quelli e non di sabato!” Il Signore gli rispose e disse: “Ipocriti! Ognuno di voi non scioglie forse di sabato il suo bue o l’asino dalla mangiatoia per portarli ad abbeverarsi? E costei, figlia di Abramo, che  Satana teneva legata da diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?” Quando diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre tutta la folla si rallegrava per tutte le cose gloriose da lui compiute.

 


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