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San Spiridione di Trimitunte, il Taumaturgo

(Memoria il 12 Dicembre)

Il nostro Santo Padre Spiridione nacque nell’Isola di Cipro, intorno all’anno 270. Nacque in una famiglia di pastori, e seguì fin da giovane quello che era il mestiere di famiglia. Raggiunta l’età adulta, si sposò ed ebbe una figlia, cui impose il nome di Irene, ma sua moglie morì presto. Spiridione, pur essendo rimasto da solo, non solo si guadagnò da vivere e crebbe sua figlia, ma trovò anche il tempo e le risorse per essere molto ospitale con i forestieri e con i poveri. Mentre cresceva nell’amore di Dio e dell’uomo, Dio gli diede il dono di guarire i malati e scacciare i demoni con la sola parola.

Come risultato della sua vita santa e dei miracoli che Dio compiva attraverso di lui, pur non avendo ricevuto che una istruzione assai povera, Spiridione fu scelto e consacrato per essere vescovo della città di Trimitunte nell’isola di Cipro durante il regno di San Costantino il Grande. Egli non lasciò, comunque il suo stile di vita frugale, e continuò a fare il suo mestiere; per questa ragione è rappresentato con il caratteristico copricapo dei pastori. In qualità di vescovo, egli fu anche chiamato a prendere parte al Concilio di Nicea nel 325, e qui, sebbene non istruito, sorprese tutti disputando con un assai noto filosofo ariano. Pressoché privo della sapienza umana, ma pieno del timore di Dio che è principio della vera sapienza, egli riuscì a spiegare la Tuttasanta Trinità con un semplice paragone umano: prese un mattone (o, secondo alcuni, una tegola) è spiegò che, come il mattone è un’unica essenza – pur essendo composto di acqua, terra e fuoco – allo stesso modo Dio è unico, pur nella distinzione delle Persone. Mentre egli diceva questo, la parte superiore del mattone prese fuoco, mentre dalla parte inferiore cominciò a gocciolare dell’acqua, finché il mattone non si consumò completamente, lasciando in mano al santo solo un po’ di terra rossa. A seguito di questo segno, il filosofo ariano si convertì all’Ortodossia.

Ebbe modo di progredire tanto nella vita spirituale da ricevere da Dio il potere di vincere la morte stessa. Così, quando una povera donna pagana si presentò a lui in lacrime recando con sé il cadavere della propria figlia, egli ottenne da Dio che quel corpo fosse riportato alla vita. Quando sua figlia Irene morì, un uomo si presentò da lui, dicendo di averle affidato dei gioielli per custodirli; la giovane però era morta senza aver avuto il tempo di riferire al legittimo proprietario il luogo in cui li aveva nascosti. Il Santo si recò quindi al sepolcro della figlia, e qui chiese dove fosse nascosta quella piccola fortuna. La figlia rispose, indicando il luogo del nascondiglio. San Spiridione, sapendo che le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, non volle però chiedere per sé ciò che aveva chiesto per la donna pagana, e lasciò che la figlia riposasse in pace nell’attesa della resurrezione.

Dei molti altri miracoli che la tradizione ricorda, vogliamo qui citarne uno. Essendo un giorno in chiesa solo con un diacono e un lettore, durante la Liturgia benedisse i presenti dicendo, come d’uso, «Pace a tutti»; e un suo discepolo udì distintamente un grande coro rispondere «E allo spirito tuo». L’invisibile coro angelico continuò poi a cantare gli inni liturgici. Tale era la bellezza della musica da spingere molti, che l’avevano udita da fuori, ad entrare in chiesa. Entrando, tuttavia, trovarono solo San Spiridione e i suoi assistenti.

Il Santo Vescovo di Trimitunte si addormentò nel Signore nell’anno 348, all’età di settantotto anni, e fu sepolto nella Chiesa dei Santi Apostoli. Le sue reliquie, dapprima custodite a Cipro, furono portate a Costantinopoli per evitare che cadesse nelle mani di non credenti, e si trovano oggi nell’isola di Corfù, in Grecia.

[a cura del p.Daniele Marletta]


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