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Lettera enciclica della Conferenza inter-ortodossa sul cosiddetto “Santo e Grande Concilio”

La Conferenza inter-ortodoosa ad Atene, - Maggio 2016
La Conferenza inter-ortodoosa ad Atene, – Maggio 2016

Pubblichiamo qui il testo integrale dell’enciclica  stilata dai Vescovi intervenuti alla Confererenza interortodossa sul cosiddetto “Santo e Grande Concilio” indetto dal Patriarca Bartolomeo. Al di là del fallimento di tale Concilio, questa lettera mette in evidenza le problematiche attuali della Chiesa, soprattutto per quanto riguarda il sincretismo e il relativismo oggi dilaganti.
Erano presenti alla Conferenza interortodossa i vescovi delle Chiese “vecchiocalendariste” di Grecia, Romania e Bulgaria, olrea quelli della Chiesa Russa all’Estero (Sinodo di Agathangel).

Lettera enciclica della Conferenza inter-ortodossa sul cosiddetto “Santo e Grande Concilio”

Esortazione alla Vigilanza e alla Fedeltà alla “Giusta Confessione di Fede”
delle Vere Chiese Ortodosse
† Domenica della Samaritana, 16 Maggio 2016 cal. eccl.
L’ “Insegnamento Sano”dei Santi Apostoli,dei Santi Padri e dei Concili e il cosiddetto Grande Concilio degli Ecumenisti.
La Vera Ortodossia di fronte all’Eresia dell’Ecumenismo sincretistico

Α. Introduzione-Posizione critica e preparazione
Amati in Cristo Fratelli e Concelebranti, Cari Figli nel Signore e nella Vera Ortodossia,
1. Noi, ai quali il nostro Salvatore Gesù Cristo ha accordato, nella Sua misericordia e nel Suo amore per gli uomini, di servire il Piccolo Gregge della Vera Chiesa, preghiamo dal profondo del cuore perché il Signore Vi raffermi nell’ “Insegnamento Sano” dei Santi Apostoli, dei Santi Padri e dei Concili e Vi abbracciamo nella Luce della Risurrezione e della nostra Fede immacolata.
2. In questi giorni, con la Grazia di Dio e l’aiuto della Santissima Deipara, ci siamo radunati, Greci, Russi e Rumеni, Pastori e Rappresentanti dei Veri Cristiani Ortodossi dal mondo intero, allo scopo di partecipare all’Avvenimento veramente eccezionale dell’inclusione nel Catalogo dei Santi del Confessore e ex-Metropolita di Florina Crisostomo (Kavuridis, †1955); riuniti in consiglio per questa occasione, permetteteci di rivolgervi qualche parola di pace, di consolazione, per vostro sostegno e vostra informazione.
3. Consideriamo ciò necessario, poiché è imminente la riunione, tra tre settimane, dagliEcumenisti, cioè dalle cosiddette Chiese ufficiali, di ciò che loro chiamano il Santo e Grande Concilio, che preparavano da decine di anni, l’autorità del quale dubitano già persino i teologi e i competenti del nuovo calendario, chierici e laici; essi infatti hanno ormai preso coscienza del fatto che l’Ecumenismo è una paneresia ecclesiologica in pratica e in teoria.
4. Ovviamente, prima della Riunione di questo Concilio degli Ecumenisti e prima delle sue decisioni finali, non possiamo pronunciarci in modo definitivo al suo rispetto; tuttavia possiamo conservare una posizione critica ai suoi confronti e prepararci alle sue conseguenze, poiché sono ben noti e assolutamente fondati tanto il suo inizio, la sua evoluzione, le sue fasi e le sue mutazioni, i suoi fondamenti e suoi materiali da costruzione, quanto le persone che hanno lavorato metodicamente per più di un secolo al conseguimento di questo Concilio, tuttavia senza i presupposti prescritti dai Santi Padri e dai Santi Concili della Vera Ortodossia.
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Β. Non è “Grande”, né di forma né di sostanza

Amati in Cristo Fratelli e Concelebranti, Cari Figli nel Signore e nella Vera Ortodossia,
1. Prima di tutto, questo Concilio degli Ecumenisti non può essere chiamato né consideratoSanto, poiché non ha nessuna prospettiva di confermare i Santi Concili Ecumenici Panortodossi precedenti; al contrario, è stata programmata l’emanazione di leggi contrarie a loro, poiché –com’è ben noto– le varie richieste di riconoscimento dei Santi Concili Ecumenici VIIIo e IXosono state respinte, per non arrecare dispiacere agli eterodossi dell’Occidente. In questo modo, gli Ecumenisti rinnegano in pratica la continuazione della Sacra Tradizione e la regola d’oro di San Vincenzo di Lerino: “Id teneam is quod ubique, quod semper, quod ab omnibus creditum est”, cioè: rimaniamo fedeli a ciò che dappertutto, sempre, tutti hanno creduto.
2. Inoltre, esaminando la tematica concernente e i testi che saranno proposti per essere definitivamente approvati dal Concilio degli Ecumenisti usciti dalla retta via, si verifica che questo cosiddetto Grande Concilio non sarà Grande ed è impossibile che sia considerato tale, né di forma né di sostanza; al contrario sarà addirittura piccolo e minimo, secondo le parole del nostro Salvatore (cf Matt. V, 19), e senz’altro si scarterà dei limiti della vera Coscienza Ortodossa.3. Formalmente, questo Concilio non sarà effettivamente Grande, in quanto riguarda il numero di Partecipanti, perché –in accordo con il suo Regolamento– sarà in fine una Riunione allargata di Primi Gerarchi, fondata sul principio della rappresentanza, secondo il quale ogni Chiesa Locale avrà un voto solo, cosa inimmaginabile per un Concilio veramente Ecclesiastico della nostra Tradizione Sacra.
4. In tal modo, questo Concilio degli innovatori Ecumenisti non soddisfa le condizioni di un vero Concilio secondo la Tradizione, poiché i principi Sinodali autentici dell’Orto-dossia, che esprimono l’essenza della Chiesa, richiedono il deposito dell’esperienza ecclesiastica dall’insieme dei Vescovi e al nome dei Fedeli cristiani di ogni Diocesi, per quanto – secondo l’Ecclesiologia Ortodossa – il Vescovo rappresenta al Concilio la Chiesa Locale a lui sottomessa, e l’autenticità del suo triplo Servizio (Servizio dei Misteri, dell’Insegnamento e dell’Amministrazione), costituisce e conferma la fedeltà incrollabile, sia di lui stesso che del suo Clero e dei suoi Fedeli, alla Verità del Vangelo, cioè all’Ortodossia della Verità e della Vita.
5. Il sistema di rappresentanza è in sostanza un sistema anti-sinodale, poiché esclude la partecipazione al Concilio dei Vescovi che avrebbero espresso il loro disaccordo con la teoria e la pratica dell’Ecumenismo ecclesioclasta; allo stesso tempo, è chiaro che persegue l’elezione dell’opinione di una minorità – debitamente preselezionata – di rappresentanti, come espressione di cosiddetto accordo panortodosso.
6. Nemmeno in sostanza, questo Concilio dei pseudo-dottori Ecumenisti non sarà veramenteGrande, poiché gli argomenti che saranno trattati non sono né grandi, né nevralgici, nésoteriologici, ma al contrario piccoli e minimi, di importanza secondaria e senz’altro conprospettiva secolarizzata. Questi non riguardano per niente né, da un lato, una Chiesa vivente che naviga circondata dalle provocazioni varie della vita contemporanea, né dall’altro, un mondo ferito a morte dall’Ambizione, dalla Tirchieria e dalla Concupiscenza, che sprofonda sempre di più nell’agitazione di una vita senza senso.
7. Un Concilio veramente Santo e Grande della Vera Ortodossia dovrebbe oggi occuparsi attentamente, non di questioni evidenti che sono già state risolte in modo soddisfacente e definitivo dalla Tradizione Evangelica e Canonica (Matrimoni, Digiuni, Pace e Riconciliazione dei Popoli, etc.); ma di questioni molto gravi e attuali che concernano la Fede, i Dogmi e la Vita, l’etica, in relazione anzi con le eresie contemporanee così pericolose, i vari errori e le correnti ideologiche che corrompono gradualmente , costantemente e a volte impercettibilmente la società cristiana in particolare, cosicché
Invalidano il Vangelo della Salvezza (l’eresia dell’Ecumenismo multiforme Intercristiano e Interreligioso è la relativizzazione della Verità, l’inclusività ecclesiologica – comprehensivness, la mondanizzazione, i movimenti sincretistici della “Nuova Epoca”);
Contrastano la Morale evangelica (l’Etica biologica, la deformazione dell’Anthropologia, le teorie sociali-economiche) e infine,
Predicano “un altro Vangelo, diverso di quello che abbiamo ricevuto” (teologia academica, meditativa, filosofica e ecumenista etc.).
8. E inoltre piccolo e minimo questo Concilio, perché tradisce la speranza del mondo, tradisce l’aspettativa delle anime di buona volontà che ricercano la Verità e la Vita, con questo insegnamento sulla Chiesa contrario all’Ortodossia; secondo questo, sarebbero incluse nei Limiti Canonici e Carismatici della Chiesa Una, Santa, Cattolica e Apostolica anche le varie Comunità religiose eretiche di Oriente e di Occidente che hanno falsificato in diversi modi il Messaggio del Vangelo; e infine l’Edificio fondato da Dio della Chiesa Una e Unica è messo in posizione e relazione uguali e paralleli con le cosiddette Religioni del Mondo, e vengono così annullate l’Opera Missionaria-il Richiamo Evangelico al pentimento, il ritorno nel senno del Corpo della Chiesa Uno e Unico delle persone di altre confessioni e religioni.
9. In aggiunta, è indicativo dell’assenza dello Spirito Santo dalle preparazioni per il cosiddetto Grande Concilio degli Ecumenisti che sono usciti dalla retta via in varie maniere, il fatto che persino i testi che vengono promossi per essere approvati definitivamente, non sono diretti dal soffio vivente e vivificante della parola evangelica e patristica, né sono ispirati dalla testimonianza in Cristo del Divino Paraclito, portatrice di speranza e rigeneratrice.10. Gli argomenti e i testi di questo Concilio non introducono solamente credenze nuove e eretiche; introducono anche un modo completamente nuovo, proprio letteralmente a un potere secolare, di livello bassissimo, con il pretesto di rivolgersi al mondo, usando tuttavia una lingua burocratica, ideologica, professionale, fredda e inflessibile, e senz’altro in un clima di introversione morbosa.● Tale Voce del Dio Vivente si aspettava di sentire l’uomo contemporaneo disorientato, che sta soffocando e vive la depressione e la morte spirituale in una Civiltà Neo-idolatra?
* * *
C. Rievocazione Storica – il Corso dell’Apostasia
Amati in Cristo Fratelli e Concelebranti, Cari Figli nel Signore e nella Vera Ortodossia,
1. E’ necessario tuttavia sottolineare che la posizione critica a priori e il rifiuto definivo da parte della Vera Ortodossia del cosiddetto Santo e Grande Concilio degli Ecumenisti decaduti e la sua qualificazione di piccolo e minimale e senz’altro pseudo-concilio, non sono dovuti solo al principio della rappresentanza, né alla sua tematica o ai suoi testi, ma anzitutto e fondamentalmente alle persone responsabili e al suo cammino storico che risale all’inizio del XXo secolo, e certamente sempre in relazione con la preistoria della nascita e dello sviluppo della paneresia contemporanea dell’Ecumenismo, le primizie del la quale si trovano nel Gnosticismo sincretista condannato sinodalmente dalla Chiesa.
2. E ben noto che il cosiddetto Movimento Ecumenista, nel senso della collaborazione delle diverse Confessioni Cristiane, con il pretesto di servire insieme il mondo, e con lo scopo finale di riunirsi, apparse per la prima volta verso la metà del XIXo secolo nel mondo protestante dell’Occidente, preparando così, in varie maniere il terreno per una collaborazione ecumenica di tutti i Cristiani, espressa istituzionalmente con la costituzione di un Organismo Pancristiano, i membri del quale tuttavia non conserveranno la Verità nell’Amore della Fede Ortodossa, ma agiranno in modo sincretistico nel quadro di un Amore e di un Servizio secolarizzati.
3. Proprio in questo momento critico, il Patriarcato di Costantinopoli entra in modo ufficialissimo nelle vicende ecumeniste, assumendo iniziative che erano vere Innovazioni e capovolgevano completamente il Canone e il Termine esatti dell’Insegnamento della fede, del “Tipo di Insegnamento” Apostolico (cf Rom. VI, 17).
4. All’inizio del XXo secolo, già regnava un clima di innovazioni nella Chiesa di Costantinopoli; il Patriarca Gioacchino III manda alle altre Chiese Ortodosse Locali due Encicliche Sinodali (1902 e 1904), nelle quali è posta la questione delle relazioni, e pure quella dell’unione della Chiesa Ortodossa “nel presente e nel futuro”, “con le due grandi pergole del Cristianesimo (cioè vigne rampicanti, pergolati), in altre parole con la Chiesa di Occidente e quella dei Protestanti”;vengono anche proposti modi di levigazione preliminare della via verso l’unione cristiana universale, e infine vi si rivolge un esortazione ad affrettare l’unione specialmente con i Vecchi Cattolici e gli Anglicani, che sono qualificati come “divergenti”, cioè non come Cristiani separati dalla Vite Una e Unica, e quindi già caduti, ma come retti nella Fede, ma non in comunione per ora con gli Ortodossi.
5. Queste due Encicliche riflettono chiaramente la Teoria dei Rami degli Anglicani e in loro si trovano le radici e le primizie tanto dell’intoppo, in pratica e in teoria, degli Ortodossi nelMovimento Ecumenista dei Protestanti, quanto pure del Grande Concilio, in attesa già da allora, degli pseudo-dottori Ecumenisti.
6. Nel Gennaio del 1920, Costantinopoli, attraverso la Enciclica Patriarcale, questa “carta costituzionale dei movimenti ecumenisti contemporanei”, predica ormai ufficialmente in modo inaudito, apertamente e a testa scoperta, la paneresia dell’Ecumenismo, giacché considera principalmente le varie eresie non più “come estranee e alienate, ma come familiari e intimi in Cristo e «membri dello stesso corpo e coeredi della promessa di Dio in Cristo»”;inoltre, propone, con il pretesto del profitto “di tutto il corpo della Chiesa”, nel quale sono compresi gli ortodossi e gli eterodossi, la fondazione di una “Società delle Chiese”, che fu realizzata finalmente, com’è ben noto, nel 1948, con la costituzione del cosiddetto Consiglio Mondiale delle Chiese.
7. Alle fondamenta della Federazione Intercristiana proposta dalla Enciclica del 1920 si trovano le tre empie dottrine principali dell’Ecumenismo, che racchiude a sua volta varie eresie: la Teologia Baptismatica, il Sincretismo Dogmatico e la Prospettiva di Potere secolare. Da allora, queste empie dottrine sono al centro del Movimento Ecumenista e secondo loro, gli Ecumenisti provenienti dagli ortodossi hanno il sentimento di appartenere ormai a una Nuova Fraternità Ecumenica e acquistano una nuova coscienza della loro identità ecclesiologica.
8. Conseguenza immediata della Enciclica Patriarcale del 1920 fu la riforma del Calendario nel 1924, giacché la Enciclica ecumenista proponeva, tra l’altro, l’applicazione di un “Calendario unito, perché tutte le Chiese festeggino insieme le grandi feste cristiane”. La riforma era stata preceduta dal cosiddetto Congresso Panortodosso di Costantinopoli (10.5-8.6.1923). Il Presidente del Congresso, il patriarca Riformatore-Innovatore-Massone Melezio Metaxakis, assieme ai partecipanti, avevano il sentimento di essere “membri della Fraternità pan-cristiana” e miravano alla riforma del Calendario, per ottenere “l’avvicinamento dei due mondi cristiani dell’Oriente e dell’Occidente”. E ben noto che in nome di questo avvicinamento, finalmente è stata disintegrata l’Unità secolare e santificata delle Feste Liturgiche degli Ortodossi.
9. Le Encicliche del 1902 e del 1904, quella del 1920 e il Congresso Panortodosso del 1923,come certo anche la Commissione Preliminare del 1930 (Sacro Monastero di Vatopedi, Monte Athos), tutte insieme, sono di prospettiva ecumenista e si riferiscono alla convocazione del Grande Concilio. Queste sono “aspetti di una politica ecclesiastica di largo respiro” del Patriarcato di Costantinopoli; mentre la loro tematica è l’asse principale di una problematica che si espresse più precisamente alle Conferenze Panortodosse di Rodi (1961-A, 1963-B, 1964-C) e di Ginevra (1968-D).10. Non si deve dimenticare che il Grande Concilio che gli innovatori Ecumenisti stanno preparando da tanto tempo ha senza dubbio e innegabilmente per suo fondamento la Enciclica del 1920; ciò era stato deciso e dichiarato nella prima lista di temi a Rodi (1961-A):“Ortodossia e Movimento Ecumenista -a. La presenza e la partecipazione nello spirito della Enciclica Patriarcale del 1920 della Chiesa Ortodossa al Movimento Ecumenista”; ● però questa Enciclica anti-ortodossa è, come è stato giustamente sottolineato, “una lettera del Patriarca Melezio Metaxakis”.
11. Il riconoscimento come Chiese al programma del cosiddetto Grande Concilio, delle Comunità eretiche dell’Occidente e dell’Oriente, non è lo scopo ricercato dagli Ecumenisti ecclesioclasti, poiché ciò è già stato proclamato, è già stato accettato collettivamente/a livello panortodosso, è vissuto in pratica imperturbabilmente e intenzionalmente già da circa un secolo; adesso sarà semplicemente istituzionalizzato sinodalmente e così l’eresia multiforme dell’Ecumenismodiventerà dogma in un modo molto preciso, come ciò era previsto dalla lettera e dallo spirito della Enciclica del 1920:
Tutte le Chiese di Cristo del mondo, che costituiscono la Nuova Fraternità Ecumenica, non si considerano l’una l’altra come estranee e alienate, ma come familiari e edifici di Cristo e membri dello stesso corpo e coeredi della promessa di Dio in Cristo.
* * *

D. Epilogo: La persistenza in ciò che ci è stato annunziato e che abbiamo ricevuto

Amati in Cristo Fratelli e Sorelle, miei cari Figli nel Signore,
1. Preghiamo perché la Protezione invincibile della Santissima Deipara non permetta una tale decadenza delle cosiddette Chiese ufficiali, e che tutti gli Ecumenisti caduti nell’errore ritornino con contrizione e pentimento alla Via dei nostri Padri; che non partecipino ad un Concilio mal programmato o meglio per essere precisi, a un Congresso Ecumenista, nello spirito del IIo Concilio del Vaticano, del Papismo paneretico (1962-1965).
2. E tempo ormai che i nostri Fratelli di buona volontà, chierici e laici, che si trovano ancora in comunione con i loro pastori innovatori, benché sono chiaramente coscienti delle deviazioni Dogmatiche e Canoniche dell’Ecumenismo paneretico, in particolare i Monaci del Monte Athos, abbandonino le tenebre e la menzogna dell’eresia per entrare nella Luce e nella Verità della Vera Ortodossia, poiché “se noi diciamo che siamo uniti a Dio, e viviamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non viviamo nella Verità” (1Giov. I, 6).
3. Il nostro Clero e i nostri Fedeli della Chiesa dei Veri Cristiani Ortodossi in vari paesi, ispirati dai Martiri e dai Confessori, sin dall’inizio dell’apparizione dell’Ecumenismo ecclesioclasta, sono stati a capo della resistenza, lottando “la Buona Lotta”; hanno conservato intatta e Pura la Fede dei loro Padri, sopportando la canicola e il gelo di tremende persecuzioni. E oggi, in vista del colmo dell’Apostasia sincretistica, sentono il bisogno di ringraziare Cristo nostro Salvatore, per aver accordato loro di rimanere saldi e irremovibili nell’ “Insegnamento Sano” dei Santi Apostoli, dei Padri e dei Concili, cioè nella “Giusta Confessione di Fede” e di darne Testimonianza in opera e in parola.
4. I figli della Vera Ortodossia, persistendo senza deviazione, fedeli alla Tradizione della Chiesa e riferendosi continuamente “al Canone glorioso e decoroso della nostra Tradizione”, secondo San Clemente di Roma, quando l’ora verrà, ripeteranno tutti insieme, in un Concilio Vero e Anti-ecumenista, come lo hanno fatto nel passato a livello locale, le parole dell’Apostolo:“E se un angelo venuto dal cielo vi annunzierà una via di salvezza diversa da quella che io vi ho annunziata, sia anatema!… chiunque vi annunzia una salvezza diversa di quella che avete ricevuta, sia anatema!” (Gal. I, 8-9).

Tutti i Rappresentanti partecipanti alla Conferenza Interortodossa
(seguono, nell’originale, le firme)


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